Nella valle a nord del Comune di Albese con Cassano esiste un percorso mariano di facile percorrenza e di incredibile varietà artistica.

La realtà contadina albesina

Albese e Cassano, due Comuni che si sono uniti solo nel 1928, sono incastonati tra campagna e montagna. I suoi abitanti sono sempre stati dei contadini e vivevano grazie a ciò che la zona poteva offrire: legna a volontà, terreni fertili specialmente per la coltivazione delle patate e una presenza costante di acqua per i più svariati mestieri.

Il giorno era scandito dal canto del gallo e dal rintocco delle campane, ecco perché la devozione religiosa era molto sentita, era parte integrante della giornata e questa fede così rigogliosa è stata tradotta più e più volte in arte nelle vie del paese e anche in mezzo ai boschi.

Un sentiero dedicato alla Madonna

Il percorso che vi presentiamo oggi ha il suo inizio in via IV novembre (410 m slm) ad Albese con Cassano. Percorrendo la strada in leggera salita, si tiene la destra al primo bivio e ci si incammina per la lunga via Gatti.

La prima Madonnina si trova nella “Curt da Zeu” al civico n°2.

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Dalle foto si possono notare due caratteristiche: la tipica attività albesina dei “grottisti” e la devozione che è sempre stata molto presente, specialmente durante il mese di maggio.

Non si hanno purtroppo informazioni riguardo alla data esatta della creazione della grotta e il posizionamento delle statue.

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Questa foto è di circa 20 anni fa e ad oggi non si sa che fine abbia fatto la Madonna nella nicchia. Si trovava all’edificio numero 3 di via Gatti, oggi quasi completamente restaurato. È stata lasciata la nicchia che un tempo era occupata dall’arte votiva: che si stia pensando di riportarla al suo posto dopo due decenni?

 

 

 

 

 

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Nella prima immagine si vede la cosiddetta “Madonna di Caravaggio” presente nella “Curt da Regina” al numero 16 di via Gatti. Il nome si riferisce all’apparizione avvenuta nella località bergamasca il 26 maggio 1432 di fronte a una giovane contadina: dove Maria poggiò i piedi iniziò a sgorgare una fonte, che è possibile scorgere tra le due figure. Da notare è la presenza del giglio, elemento ricorrente nelle rappresentazioni della Madonna di Caravaggio. Il giglio è infatti fiore simbolo della Vergine, in quanto si identifica con la purezza e il candore.

Non si conosce il nome dell’autore o della scuola che ha svolto questo affresco del XVII secolo. Si sa, invece, che all’epoca viveva nella corte un sacerdote e si ipotizza che sia stato proprio lui a commissionarla. La parte decorativa, sempre con lo stile grottesco della zona, è stata aggiunta solo negli anni ’40- ’50 del secolo scorso.

La devozione qui è ancora molto forte, ci sono sempre dei lumini accesi e la corte è sempre aperta per le persone di passaggio.

Nella seconda foto c’è il dipinto che raffigura l’ “Apparizione a Caravaggio della Madonna di Santa Maria del Fonte” ora all’interno della cattedrale di Cremona e attribuito alla bottega dei Massarotti. Si noti come la struttura delle due opere sia simile, sia per la presenza degli angeli al lato della Madonna sia per l’utilizzo dei colori delle vesti.

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Proseguiamo sempre per via Gatti finché non si raggiunge l’incrocio con via ai Dossi. Imboccandola, dopo pochi metri, si trova sulla sinistra una nicchia con fontana e vasca in pietra risalente al 1822 e trasformata negli anni ’70 del secolo scorso in edicola con un altare in marmo e un’immagine sacra della Madonna creata a mosaico. Questa rappresentazione viene chiamata “Madonna della Luisa o della Rundinina” (425 m slm). Le due foto rappresentano rispettivamente come è oggi e come doveva essere prima; la seconda immagine si riferisce al disegno originario (di Gabriele Brunati, pittore albesino) posizionato su un altarino di legno, un tempo sul lato opposto della strada, rimasto danneggiato da un incendio.

Si prosegue tenendo la sinistra e si passa vicino a un’incantevole villetta. Una volta lasciato l’asfalto si prosegue sull’unico sentiero esistente e si costeggia il vecchio lavatoio di Rundinina. Si rimane sulla parte destra del corso d’acqua e si prende un sentiero un poco stretto che sale fino a raggiungere, sulla sinistra, la Baita degli Alpini (465 m slm).

Anche accanto a questo edificio c’è un piccolo altarino con grotta dove è posizionata la statuetta di una Madonna.

Si prosegue sulla mulattiera abbastanza larga che sale in maniera costante con pendenze abbastanza sostenute. In 10 minuti si raggiunge uno spiazzo, il famigerato “Cepp” (540 m slm), dal quale partono le molteplici passeggiate preferite degli albesini.

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Il nostro percorso mariano, a Cepp, ci consente di osservare il grande lavoro antropico svolto per ricreare una grotta di Lourdes di queste dimensioni. Spesso qui vengono celebrate delle piacevoli Messe all’aperto, risalendo la via Crucis che parte da Cassano, imboccando la via ai monti.

 

Guardando la grotta e la Madonna s’imbocca il grande sentiero sulla destra che ci condurrà verso la valle di Albese. In poche centinaia di metri ci si trova di fronte a un bivio e si prosegue dritti: da questo punto si accarezza con lo sguardo il monte Bollettone, facilmente riconoscibile grazie al filare di abeti che conduce alla vetta. La camminata lungo il Cosia in questo punto non risulta impegnativa, essendo quasi completamente pianeggiante e immersa nel bosco, fino al raggiungimento di un altro bivio (580 m slm) dove si prende a destra verso la “Madona dal Balabi”. Da Cepp sono circa 40 minuti di cammino e solo l’ultimo tratto, dopo un ultimo bivio al quale si dovrà prendere la sinistra, immerso nei castagni, è in salita.

percorso mariano valle albese

 

 

 

Alla Madonna del Balabi (640 m slm) ci si può accomodare a una delle panche poste a fianco della nicchia. All’ interno di questa è presente un affresco del 1885 di qualche pittore locale. La sua denominazione ricorda ancora il cognome della famiglia Ballabio che eresse la cappella nella località Pè da Merma, restaurata nel 1969 dal pittore albesino Raffaele Beretta.

 

 

Si potrebbe proseguire continuando la salita, ma il nostro percorso mariano nella valle di Albese prevede di tornare sui propri passi fino a raggiungere il luogo molto panoramico dal quale era possibile scorgere il Bollettone. Invece di proseguire dritti per tornare a Cepp, si gira a destra e si prende il sentiero che conduce a Tavernerio: “la strada di Zocc”.

Rimanendo sul percorso principale, prima in salita e poi in leggera discesa, si arriva in soli 20 minuti davanti alla “Madonna delle 7 spade”, così denominata in relazione al culto della candelora e dei suoi sette dolori.

madonna sette spade albese

La cappellina si trova su una piccola collinetta (585 m slm), ora ben segnalata, in territorio di Albese con Cassano pur essendo di proprietà della famiglia Trombetta di Tavernerio. L’affresco all’interno della cappellina, databile al XIX secolo, risulta purtroppo molto compromesso, ma nel prossimo periodo inizierà un’opera di restauro sempre grazie all’aiuto dell’artista albesino Raffaele Beretta.

La Cappella è conosciuta anche con il nome di “Madonna dell’addolorata” o, più informalmente, “Madonna del Giuanìn” probabilmente a causa del nome di un proprietario passato.

Volendo proseguire sullo stesso sentiero, si entrerebbe nel comune di Tavernerio e poco più avanti ci si imbatterebbe in un’altra Madonna, quella “del Mulinètt” o “della guardia”. Entrambe le madonne su questo percorso erano molto venerate dalla popolazione contadina di entrambi i comuni, i quali si raccomandavano alla Vergine Maria per avere un buon raccolto.

Per continuare il nostro percorso mariano nella valle di Albese proponiamo però di tornare indietro, rimanendo nel Comune di Albese con Cassano, fino alla Madonna di Cepp e prendendo la stessa strada di prima per tornare fino alla Baita degli Alpini.

Da qui si prosegue dritti, ignorando il piccolo sentiero di Rundinina utilizzato in salita. La mulattiera è ora larga e comoda e ci conduce dolcemente versa una nuova zona del paese vecchio. Camminando lungo la via Monte Grappa troviamo sulla destra l‘oratorio dedicato a Sant’Elisabetta (430 m slm).

madonna via pulici albese

 

 

Arrivati al bivio, si incrocia ancora la via ai Dossi e si prende la destra, seguendo ancora a destra poco oltre per Via Pulici. Sulla destra, pochi metri dopo, si incontra l’attuale casa di riposo Villa Ida Parravicini di Persia e sulla sinistra, prima del bellissimo tavolo incorniciato dal glicine, si incontra un’altra piccola Madonnina (415 m slm).

 

 

 

sacra famiglia via pulici albese

 

Tenendo la casa di riposo sulla destra e iniziando a scendere verso la piazza di Albese, sulla destra si vede la sala comune dell’ostello, dove un tempo c’era uno dei tanti lavatoi della zona. Sull’edificio di fronte si trova un dipinto rappresentante la Sacra Famiglia, un tempo conosciuto come “Madonna del lavatoio”.

 

 

 

medaglione piazza volta albesemedaglione via ida parravicini albese

 

 

Si prosegue prendendo la piccola viuzza Ida Parravicini di Persia. Al numero 20, sulla sinistra, troviamo sulla facciata della casa un medaglione in terracotta rappresentante la Madonna con Gesù Bambino. Al bivio si prende la destra e si arriva in piazza Volta, dove vediamo un secondo medaglione, identico al precedente, al di sopra del negozio pasticceria Casartelli.

 

 

 

Dando le spalle al secondo medaglione e alla ricca vetrina della pasticceria, ci si trova di fronte un immenso edificio, recentemente restaurato. Esso è la villa “la Galetera” risalente alla prima metà del XVIII secolo ed ora diviso in appartamenti, uffici e studi privati.

madonna piazza motta albese

 

 

 

Percorrendo i grandi gradoni davanti alla Galetera si raggiunge Piazza Motta, la principale del paese. È tempo di concludere il nostro percorso mariano nella valle di Albese e vedere l’ultima Madonna sul nostro percorso: all’angolo con via Cadorna, dietro a una teca di vetro, si trova un affresco del XIX secolo dove è rappresentata una Madonna attorniata da angioletti.

 

 

 

 

Ad Albese con Cassano, come abbiamo visto, esistono moltissime opere di devozione, specialmente legate alla Madonna. Nel nostro percorso abbiamo dovuto fare necessariamente una scelta, ma non possiamo dimenticare di citare altre importantissime rappresentazioni della Vergine Maria presenti sul territorio albesino e cassanese:

  • All’interno della chiesa di San Pietro (Cassano) si trova una dolce Madonna del Latte del XV secolo, mentre all’esterno dell’edificio religioso, rivolto alla strada c’è un affresco più recente, di fine 1800, di una Madonna con Bambino pregata moltissimo durante un’epidemia di colera che risparmiò gli abitanti di Cassano.
  • In via Vittorio Veneto, davanti alla farmacia all’incrocio con piazza Volta, si trova un’altra grotta di Lourdes, tenuta sempre pulita e con lumini accesi grazie alla signora Nives.
  • All’interno della casa di riposo per le suore nella villa Santa Chiara di Via Menni, c’è un’altra rappresentazione religiosa: la Madonna della Provvidenza.

Ne esistono anche altre in via Roma, via Vittorio Veneto, via Giovanni XXIII, in via Prato e anche nelle stesse vie percorse da noi per il percorso mariano, tuttavia poste solitamente all’interno della proprietà privata e rivolte verso l’esterno: nulla, però, vieta allo sguardo di posarsi o fare una fotografia veloce!

Per scrivere questo articolo sul percorso mariano nella valle Albese sono state utilizzate le conoscenze storiche e alcune foto del nostro socio Schirò Cosimo e di Fantozzi Flavio, Molteni Luigi e Croci Roberta e sua mamma Maria Irene. A tutti loro va il nostro più grande ringraziamento.

Chiunque volesse segnalarci errori, imprecisioni o mancanze è invitato a farlo.