A partire dal 1915, a difesa del confine, il Genio Militare realizzò delle costruzioni militari che formarono la cosiddetta linea Cadorna. Tra Monte Olimpino, Cavallasca e San Fermo furono costruite delle trincee e dei camminamenti che oggi sono compresi all’interno del Parco Regionale della Spina Verde.

Storia di frontiera

Dieci anni dopo l’unificazione d’Italia, nel 1871, alcuni progetti per la difesa ai confini furono presi in considerazione, ma nessuno di questi venne mai realizzato per mancanza di fondi. Oltretutto mai si era pensato di creare una difesa a ridosso del confine con la Svizzera, in quanto lo Stato elvetico era neutrale.

Nel 1908 fu però necessaria un’azione diplomatica, in quanto la Confederazione Elvetica stava costruendo alcune fortificazioni lungo il confine.

Con l’avvio della Grande Guerra si temeva sempre più uno sconfinamento da parte dell’impero austroungarico, che nel 1914 invase il Belgio, Stato che si era sempre dichiarato neutrale. Un precedente di questo tipo mise in allarme lo Stato italiano in quanto il confine svizzero era un potenziale pericolo.

Il 24 maggio 1915 l’Italia entrò in guerra e Cadorna, a capo dell’esercito da meno di un anno, ordinò l’avvio dei lavori a difesa dei confini. Il generale volle anche attuare delle trattative con la Svizzera per farsi promettere assoluta neutralità, mentre l’Italia avrebbe continuato a garantire vettovaglie. Mentre la guerra imperversava e il fronte orientale stava collassando, tutte le forza erano sono richieste lì, quindi le costruzioni continuarono lentamente e in alcune zone partirono anche molto in ritardo.

La linea Cadorna in Provincia di Como

La Provincia di Como confina con la Svizzera per molti tratti e alcune zone di montagna (Monte Bisbino, Monte Galbiga, Monte Crocetta…) sono state interessate dalle costruzioni militari della Linea Cadorna, che si estende dalle Valli Ossolane fino ai Passi Orobici.

Il 17 gennaio 1917 fu creato il comando OAFN (Occupazione Avanzata Frontiera Nord) per studiare la frontiera Nord, terminando le opere già realizzate e predisponendone delle nuove. La Frontiera Nord non è altro che il vero nome della Linea Cadorna, chiamata così solo successivamente, ricordando il generale che ne seguì personalmente la realizzazione.

Nel gennaio 1917 fu iniziata la costruzione delle trincee, delle strade e dei camminamenti nell’attuale Spina Verde. Anche se vigeva un divieto nazionale di pubblicare informazioni a riguardo, la stampa locale cercò di raccontare comunque quello che stava accadendo, descrivendo infortuni o i luoghi occupati come dormitori dagli operai.

Strade e acqua: due elementi fondamentali

Già tra la fine del 1916 e l’inizio del 1917 furono realizzati cinque tracciati stradali che conducevano alla Linea Cadorna nella Spina Verde.

Per poter realizzare tutto questo, furono espropriati i terreni per l’urgenza dei lavori. Alcuni locali con conoscenze del territorio e competenti in campo edilizio tracciarono le strade, senza tener conto se il terreno fosse bosco, pascolo, orto, prato o campo.

Alla fine della guerra le strade ormai realizzate furono acquistate dai Comuni e mantenute per poter migliorare la viabilità in montagna, per trasportare i prodotti a valle e per incentivare la villeggiatura.

Oltre alle strade, anche l’acqua era fondamentale per poter sopravvivere in montagna. Con la costruzione della Linea Cadorna nella Spina Verde si cercò di valorizzare sorgenti e corsi d’acqua canalizzandoli per poter portare giovamento a tutta la zona interessata con la costruzione di fontane, lavatoi e abbeveratoi.

La linea Cadorna dopo la Grande Guerra

A fine guerra le costruzioni furono abbandonate e i luoghi furono usati occasionalmente per delle esercitazioni militari.

Nel 2003 furono svolti dei lavori di manutenzione per recuperare queste aree e renderle parte dei sentieri. Nel maggio 2006 la Spina Verde è stata riconosciuta come Parco Regionale.

Oggi gli avventori possono inoltrarsi attraverso i sentieri della Spina Verde, godendo di splendidi panorami e percorrendo la Linea Cadorna seguendo l’itinerario 7, ma anche parte del 2 e del 12.