La chiesa di San Martino e Sant’Agata a Moltrasio (CO) si trova nella frazione di Borgo. Posizionata a mezza costa, la chiesa è vicina alla vecchia Via Regina ed è oggi la parrocchia della comunità di Moltrasio.

La storia della chiesa

Il culto di Sant’Agata a Moltrasio ha origini antiche, provate dal rinvenimento di un documento, datato 27 aprile 1197, che testimonia la presenza di un ente caritatevole e assistenziale chiamato “Lumineria”, dedicato appunto alla Santa siciliana.

In frazione Vignola è presente una chiesetta romanica dedicata a Sant’Agata, che abbiamo visitato insieme nel 2020, mentre sulla facciata della parrocchiale si legge la scritta “Divis Martino et Agathae Dicatum” per l’appunto dedicata ai due santi.

Non si conosce con esattezza la data di costruzione della chiesa di San Martino e Sant’Agata a Moltrasio, ma grazie al ritrovamento di un atto del 1214 si ha la certezza della sua esistenza già in quell’anno.

Grazie agli atti della visita pastorale del Vescovo Ninguarda nel 1589 si è ipotizzato che la chiesa avesse un orientamento differente a quello odierno (sud-nord), ovvero un orientamento est-ovest. Tra la fine del Cinquecento e la metà del Seicento, secondo i dettami della controriforma, vennero create delle cappelle laterali al presbiterio: una dedicata alla Madonna del Rosario e una al Crocefisso.

Nel 1935 la parrocchia fu ampliata per poter meglio contenere la crescente popolazione e verso nord vennero aggiunte due cappelle: una dedicata al Cristo Morto e l’altra alla Natività. Per la costruzione della parte nuova della chiesa furono abbattuti degli edifici che sorgevano a ridosso della parte settentrionale dell’edificio. Durante questi lavori, sono andati perduti l’antico oratorio della confraternita del Santo Rosario e del SS. Sacramento, la vecchia Casa Comunale in cui si tenevano le riunioni della comunità e il caratteristico porticato chiamato “el cuert” (il coperto).

La facciata, in beola di Moltrasio, risulta moderna, in quanto è stata realizzata negli anni Trenta secondo lo stile tipico monumentale dell’epoca fascista.

Una lapide posta sulla controfacciata sopra l’ingresso laterale destro ricorda che essa fu consacrata il 12 settembre 1936.

Le bellezze artistiche all’interno della chiesa

Entrando e ammirando la ricchezza decorativa, non si può fare a meno di notare che ogni secolo di arte ha lasciato qualche traccia nella chiesa di San Martino e Sant’Agata a Moltrasio.

La sua volta a botte è stata affrescata durante il secolo scorso (1929) da Mario Chiodo Grandi.

Davanti alla balconata dell’organo in controfacciata è esposto uno stendardo raffigurante la Madonna col Bambino, San Martino e Sant’Agata.

Lato sinistro

La prima cappella sulla sinistra è quella dedicata al Cristo Morto, così chiamata per la statua lignea all’interno di un’urna sotto l’altare. Al di sopra di questo poggia una splendida ancora lignea dorata del Seicento, posta nel 1936 durante i lavori di ampliamento. La struttura a tempietto è originale, mentre le statuette policrome sono state sostituite negli anni a seguito di furti.

Oltre la cappella, sulla parete sinistra della navata, è esposto lo stendardo processionale della Confraternita del S. Rosario e del SS. Sacramento, opera di Giovan Mauro della Rovere detto il Fiamminghino (1618).

Sulle decorazioni in stucco (1620-1630) della cappella del Rosario ha lavorato il moltrasino Giuseppe Bianchi, il quale lavorò anche nel cantiere del Duomo di Como. Da questa cappella, tramite una porta, si giunge ad un locale posto al piano superiore della sacrestia, nel quale, dal 1935, è stato trasferito l’Oratorio della Confraternita del S. Rosario e del SS. Sacramento, distrutto durante l’ampliamento della chiesa in direzione nord. Il vescovo Diego Coletti ha inaugurato nel 2012 una piccola raccolta museale con oggetti liturgici, croci, lampioni processionali e la croce processionale in cui viene posta la reliquia della Sacra Spina.

Presbiterio

Sulle pareti laterali del presbiterio spiccano due grandi affreschi dei fratelli Recchi (1647); quello di sinistra raffigura San Martino che dona metà del suo mantello al povero, mentre quello di destra rappresenta il martirio di Sant’Agata.

Al centro della volta a crociera un affresco settecentesco di Giovanni Rasina di Torno raffigura la “Gloria di San Martino”. La parete di fondo del presbiterio, cui è addossato l’altare, è decorata da sette medaglioni, racchiusi da stucchi dorati. I tre medaglioni sull’arco sono opera dei fratelli Recchi del 1647, mentre i quattro laterali sono dipinti su tavola da Torildo Conconi del 1948.

Lato destro

La cappella del Crocefisso è anche conosciuta come “della Sacra Spina”, perché nel 1721 fu collocata nella cimasa dell’altare la preziosa reliquia, donata dall’abate Giuseppe Antonio Durini. L’altare settecentesco in marmo nero è adornato da una pala (1629) del Fiamminghino raffigurante la Crocifissione con i Santi Carlo Borromeo e Francesco.

Tra la Cappella del Crocefisso e quella della Natività è esposta una tela raffigurante la “Crocefissione e Santi” eseguita da Giovanni Andrea De Magistris nel 1520.

La cappella della Natività, dominata dalla splendida pala d’altare conosciuta come “Polittico della Natività e Santi”, firmata Alvise Donati e datata 1507, è sicuramente l’opera più preziosa presente nella chiesa di San Martino e Sant’Agata a Moltrasio. Il pittore milanese ebbe certamente delle influenze foppesche e leonardesche per utilizzo dei colori e fisionomia dei santi.

La devozione alla Sacra Spina

Come già descritto in precedenza, nella cappella del Crocifisso è conservata la Sacra Spina, donata il 7 novembre 1721 dal canonico della cattedrale e Vicario generale di Como Gerolamo Gaetano Durini. La reliquia è venerata ancora oggi e ogni anno viene esposta per la festa solenne che si tiene nella seconda domenica di ottobre e termina nella processione per le vie del paese, dopo il canto dei Vespri. La reliquia della Sacra Spina viene esposta anche il Venerdì Santo di ogni anno.

 

La foto utilizzata è parte del portfolio dell’architetto Roberto Segattini