All’inizio dello scorso mese di ottobre, sei Comuni del Lecchese hanno introdotto un’importante novità in tema di gestione dei rifiuti. Come ormai avviene in molte zone d’Italia, questi Comuni hanno avviato, in collaborazione con la società incaricata SILEA, la sperimentazione della tariffa puntuale. Molte volte abbiamo parlato in passato della tariffa puntuale, sistema di tariffazione basato sul principio generale “chi più inquina, più paga”.

Nello specifico, grazie alla tariffazione puntuale è possibile, tramite l’identificazione della sorgente del rifiuto, imporre un pagamento della TARI differenziato ad ogni soggetto in base al quantitativo di rifiuto indifferenziato prodotto. La quota variabile della TARI smette quindi di essere presuntiva, calcolata per altro su un dato (la metratura dell’appartamento) che poco ha a che vedere con la produzione di rifiuti, ma diventa – appunto – puntuale, ovvero in grado di far pagare meno chi meno rifiuti indifferenziati produce e viceversa.

 

Come funziona la tariffa puntuale

La tariffa puntuale è basata come dicevamo sull’identificazione della sorgente del rifiuto. Questo può avvenire in modi diversi: a Colle Brianza, Dolzago, Ello, La Valletta Brianza, Oggiono e Santa Maria Hoè è stato scelto di introdurre un sacco rosso provvisto di codice identificativo RFID. In questo modo, al momento del ritiro del rifiuto, il codice viene scansionato dall’operatore con un apposito lettore. Così, diventa possibile calcolare la parte variabile della TARI in base al numero di ritiri effettuati e non più in base alla metratura dell’appartamento.

Nei sei Comuni lecchesi, in realtà, non è ancora possibile parlare di tariffa puntuale: durante il periodo della sperimentazione, la TARI verrà ancora calcolata tenendo conto dei vecchi criteri. Nonostante questo, i risultati sono subito stati sorprendenti: durante il mese di ottobre, i cittadini – responsabilizzati dal nuovo sistema – hanno dimostrato di poter differenziare i propri rifiuti in modo nettamente migliore rispetto a quanto fatto fino a quel momento.

 

La sperimentazione nel Lecchese: i primi risultati

Nella prima tabella allegata, potete notare la percentuale di raccolta differenziata dei sei Comuni lecchesi ad ottobre 2020 e nel 2019. Salta subito all’occhio il fatto che la percentuale raccolta differenziata è sensibilmente aumentata in tutti i Comuni: i maggiori incrementi riguardano La Valletta Brianza e Santa Maria Hoè, che guadagnano oltre 11 punti percentuali e si avvicinano all’87%, mentre Dolzago e Oggiono superano la soglia dell’80% guadagnando circa 8 punti. Migliorano meno, anche a causa degli eccellenti dati di partenza, Colle Brianza (+2,4 punti) ed Ello (+3,6 punti), che supera addirittura il 90%.

Ragionando sui kg di rifiuti indifferenziati conferiti per ogni abitante (seconda tabella), si arriva alle stesse conclusioni. Per fare un esempio, se settimanalmente ad Oggiono nell’anno 2019 venivano ritirati 25.273 kg di rifiuto indifferenziato, nel mese di ottobre 2020 questa cifra è scesa a 15.666 kg, per una riduzione del 38% dell’indifferenziato conferito. Dati analoghi provengono da Dolzago (-39%), mentre fanno leggermente meglio La Valletta Brianza (-43%) e Santa Maria Hoè (-44%). Ello riesce a ridurre il proprio indifferenziato addirittura del 58%, mentre a Colle Brianza la contrazione è più contenuta e si ferma ad un comunque eccezionale 30%.

A questo punto ci è necessario sottolineare che questi dati sono riferiti soltanto al primo mese di sperimentazione e sicuramente potranno assestarsi nel corso dei prossimi mesi. Quello che tuttavia appare chiaro già dopo poche settimane è come la misurazione puntuale del rifiuto prodotto e l’annessa responsabilizzazione diretta dei singoli cittadini porti a ridurre enormemente la quantità di rifiuti indifferenziati conferiti a fronte di un sensibile incremento delle frazioni differenziate.

Sul territorio lecchese e comasco, la tariffazione puntuale è ancora inspiegabilmente molto poco diffusa. La speranza è che questi primi risultati incuriosiscano più di un amministratore locale e li indirizzino sulla modalità di gestione dei rifiuti che, attualmente, è in grado di garantire il massimo del rispetto ambientale e il minimo dei costi economici.